Sophie

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distrib > Mandriva > 9.1 > i586 > by-pkgid > f1098342ec4a2b28475e34123ce17201 > files > 1138

howto-html-it-9.1-0.5mdk.noarch.rpm

<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 3.2 Final//EN">
<HTML>
<HEAD>
 <META NAME="GENERATOR" CONTENT="SGML-Tools 1.0.9">
 <TITLE>Building and Installing Software Packages for Linux: Spacchettare i file</TITLE>
 <LINK HREF="Software-Building-HOWTO-3.html" REL=next>
 <LINK HREF="Software-Building-HOWTO-1.html" REL=previous>
 <LINK HREF="Software-Building-HOWTO.html#toc2" REL=contents>
</HEAD>
<BODY>
<A HREF="Software-Building-HOWTO-3.html">Avanti</A>
<A HREF="Software-Building-HOWTO-1.html">Indietro</A>
<A HREF="Software-Building-HOWTO.html#toc2">Indice</A>
<HR>
<H2><A NAME="s2">2. Spacchettare i file</A></H2>

<P>Avete scaricato o vi siete procurati in altro modo un pacchetto software.
Molto probabilmente &egrave; archiviato (in formato <EM>tar</EM>) e compresso
(in formato <EM>gzip</EM>), e quindi il nome del file terminer&agrave; con
<CODE>.tar.gz</CODE> o <CODE>.tgz</CODE> (N.d.T: Gli archivi tar compressi, in inglese,
vengono colloquialmente detti "tarball", d'ora in poi ci riferiremo ad 
essi come "pacchetti tar"). Innanzi tutto copiatelo in una directory di 
lavoro. Poi decomprimetelo (con <EM>gunzip</EM>) e spacchettatelo (con 
<EM>tar</EM>). Il comando appropriato per farlo &egrave; <B>tar xzvf
<EM>nomefile</EM></B>, dove <EM>nomefile</EM> &egrave; il nome del file,
ovviamente. Il processo di dearchiviazione generalmente installer&agrave; i
file appropriati nelle sottodirectory che avr&agrave; creato. Notate che se
il nome del pacchetto ha suffisso <EM>.Z</EM>, la procedura su esposta
sar&agrave; ancora buona, sebbene funzioni anche eseguire <B>uncompress</B>,
seguito da <B>tar xvf</B>. Potete vedere un'anteprima di tale processo
con <B>tar tzvf nomefile</B>, che elenca i file contenuti nell'archivio
senza in effetti estrarli.
<P>Il suddetto metodo per spacchettare i pacchetti tar &egrave; equivalente ad
uno o l'altro dei seguenti:
<UL>
<LI>gzip -cd nomefile | tar xvf -</LI>
<LI>gunzip -c nomefile | tar xvf -</LI>
</UL>

(Il '-' forza il comando <EM>tar</EM> a prendere il suo input dallo
<CODE>stdin</CODE>.)
<P>I file sorgenti nel nuovo formato <EM>bzip2</EM> (<CODE>.bz2</CODE>)
possono essere estratti con un <B>bzip2 -cd nomefile | tar xvf -</B>,
o, pi&ugrave; semplicemente, con un <B>tar xyvf nomefile</B>, sempre
che <CODE>tar</CODE> sia stato opportunamente corretto con l'apposita 
patch (riferirsi al
<A HREF="ftp://metalab.unc.edu/pub/Linux/docs/HOWTO/mini/Bzip">Bzip2.HOWTO</A> 
<A HREF="Software-Building-HOWTO-16.html#traduzioni">(tradotto)</A> per i dettagli).
La distribuzione Linux di Debian usa una diversa patch per <CODE>tar</CODE>, 
scritta da Hiroshi Takekawa, che, in quella particolare versione 
di <CODE>tar</CODE>, usa le opzioni <EM>-I, --bzip2, --bunzip2</EM>.
<P>[Grazie tante a R. Brock Lynn e Fabrizio Stefani per le correzioni e gli
aggiornamenti sull'informazione sopra citata]
<P>
<P>A volte i file archiviati devono essere estratti, usando tar, ed installati
dalla home directory dell'utente, o magari in una cert'altra directory, tipo
<CODE>/</CODE>, <CODE>/usr/src</CODE>, o <CODE>/opt</CODE>, come specificato nelle 
informazioni di configurazione del pacchetto. Qualora si riceva un messaggio 
di errore tentando l'estrazione dall'archivio, questa potrebbe esserne la
ragione. Leggete i file di documentazione del pacchetto, specialmente i file
<CODE>README</CODE> e/o <CODE>Install</CODE>, se presenti, ed editate i file di 
configurazione e/o i <CODE>Makefile</CODE> come necessario, consistentemente con 
le istruzioni di installazione. Osservate che di solito <B>non</B> si 
dovrebbe modificare il file <CODE>Imake</CODE>, poich&eacute; ci&ograve; potrebbe 
avere conseguenze impreviste. La maggior parte dei pacchetti permettono di 
automatizzare questo processo eseguendo <B>make install</B> per mettere i 
binari nelle appropriate aree di sistema.
<P>
<UL>
<LI>Potreste incontrare file <CODE>shar</CODE>, o <EM>archivi shell</EM>,
specialmente sui newsgroup riguardanti il codice sorgente in Internet. 
Questi vengono ancora usati perch&eacute; sono in formato testo, e
ci&ograve; permette ai moderatori dei newsgroup di consultarli e respingere
quelli inadatti. Essi possono essere spacchettati col comando
<B>unshar nomefile.shar</B>.
Altrimenti la procedura per trattarli &egrave; la stessa dei pacchetti tar.
</LI>
</UL>
<P>
<P>
<UL>
<LI>Alcuni archivi sorgente sono stati manipolati usando utilit&agrave; di
compressione non standard DOS, Mac o anche Amiga, tipo <EM>zip</EM>,
<EM>arc</EM>, <EM>lha</EM>, <EM>arj</EM>, <EM>zoo</EM>, <EM>rar</EM>,e 
<EM>shk</EM>. Fortunatamente, 
<A HREF="http://metalab.unc.edu">Sunsite</A> e altri posti hanno delle utilit&agrave; di decompressione
per Linux che possono trattare molti o tutti tali formati.
</LI>
</UL>
<P>Occasionalmente, potrebbe essere necessario aggiungere delle correzioni 
per dei bug o aggiornare i file sorgenti estratti da un archivio usando
un file <CODE>patch</CODE> o <CODE>diff</CODE> che elenca le modifiche. I file
di documentazione e/o <CODE>README</CODE> vi informeranno se
ci&ograve; &egrave; necessario. La normale sintassi per invocare la potente
utilit&agrave; di <EM>patch</EM> di Larry Wall &egrave; <B>patch &lt;
patchfile</B>.
<P>Ora potete procedere alla fase di compilazione del processo.
<P>
<P>
<P>
<P>
<HR>
<A HREF="Software-Building-HOWTO-3.html">Avanti</A>
<A HREF="Software-Building-HOWTO-1.html">Indietro</A>
<A HREF="Software-Building-HOWTO.html#toc2">Indice</A>
</BODY>
</HTML>