<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 3.2 Final//EN"> <HTML> <HEAD> <META NAME="GENERATOR" CONTENT="SGML-Tools 1.0.9"> <TITLE>PartitionRescue MiniHOWTO: All'opera! </TITLE> <LINK HREF="RecuperoPartizioniHOWTO-5.html" REL=next> <LINK HREF="RecuperoPartizioniHOWTO-3.html" REL=previous> <LINK HREF="RecuperoPartizioniHOWTO.html#toc4" REL=contents> </HEAD> <BODY> <A HREF="RecuperoPartizioniHOWTO-5.html">Avanti</A> <A HREF="RecuperoPartizioniHOWTO-3.html">Indietro</A> <A HREF="RecuperoPartizioniHOWTO.html#toc4">Indice</A> <HR> <H2><A NAME="s4">4. All'opera! </A></H2> <P><B>4.1 Ricerca per tentativi</B> <P><B>4.1.1</B> Fdisk M$-Dog (Auguri!) <P>Riavviate con il dischetto di avvio inserito e lanciate fdisk. Seguite le istruzioni per creare le "nuove" partizioni con i limiti di quelle perdute, fatele scrivere sul partition table e incrociate le dita. Se avrete avuto successo nella ricostruzione, al riavvio seguente c:\ verrà riconosciuta correttamente e, con essa, le eventuali altre . Se non avete avuto successo, vogliate seguire la procedura illustrata al punto 4.2. <P>Sconsigliamo, comunque, l'utilizzo di questo programma, se si procede al recupero per tentativi, perché rende massacrante un'operazione già difficile (provate l'ebbrezza del quindicesimo riavvio e l'impossibilità di indicare i limiti mediante i cilindri: vedrete!). <P><B>ATTENZIONE</B>: Mai formattare alcunché: con questa operazione tutti i dati andrebbero persi definitivamente. <P><B>4.1.2 Fdisk Linux</B> <P>Anche con questo sistema dovreste avere un'idea della dimensione delle partizioni da recuperare. Supponiamo che conosciate la dimensione (10 Mb), la posizione (a partire dal blocco 1), e il tipo (EXT2) di almeno una; ecco quel che dovreste fare. <P>Dopo aver avviato Linux, lanciate fdisk, digitando "fdisk /dev/xxx" (xxx va sostituito con il device driver, per esempio "/dev/hda", che è il master primario); con il comando "<B>p</B>", visualizzate tutte le partizioni esistenti, qualora ve ne siano ancora, e, con il comando "<B>d</B>", cancellate tutte quelle scorrette. Ora digitate "<B>n</B>" (nuova partizione), "<B>p</B>" (partizione primaria) e indicatene il numero (nel nostro caso 1), il primo cilindro (in questo caso 1 ) e la dimensione in byte Kb e Mb (con +size +sizeK +sizeM), o il cilindro terminale, se lo conoscete. Con "<B>p</B>" controllate il risultato (la partizione appena creata è <B>ext2</B>: per modificarne il tipo usate il comando "<B>t</B>" e selezionate il numero di codice desiderato) e con "<B>w</B>" andate a scriverlo sul disco. Ora si può tentare l'operazione mount, che consigliamo di attuare in sola lettura, ponendo l'opzione "<B>-r</B>" prima del device da montare (cioè: "mount -rt ext2 /dev/xxx /mnt/"; ovviamente, se la vostra partizione non è ext2, dovrete scriverne il tipo al posto della corrispondente voce dell'esempio); se non avete avuto successo, provate a spostare il secondo limite della partizione diminuendolo o incrementandolo di un blocco, senza scoraggiarvi (noi abbiamo fatto più di cento tentativi, senza riuscire, e mica ci siamo scoraggiati!). Se, dopo questa procedura, sarete riusciti a recuperare la prima partizione, quella che parte dal cilindro 1, potrete recuperare le altre; la seconda inizierà dal cilindro dopo l'ultimo di quella recuperata e, se avete idea della sua consistenza, potrete risalire al cilindro terminale con pochi semplici calcoli (dovrete [1] stabilire i Mbyte/cilindro, [2] dividere il numero approssimativo di Mbyte della partizione da ricercare per il risultato della [1], sommare il risultato ottenuto con la [2] al numero di cilindri occupato dalla partizione già ritrovata); altrimenti, non vi resta che il tentativo selvaggio, con pazienza e speranza (in bocca al lupo!). <P><B>4.2 Gpart un "tool" magico</B> <P>Se siete abbastanza disperati, perché nessuno dei metodi finora illustrati è servito, ebbene, Gpart è ciò che fa per voi. Una volta installato, la sintassi da usare è questa: "gpart /dev/xxx"; aggiungendo le seguenti opzioni, otterrete: con -f, una scansione completa ma più lenta; con -i, il modo interattivo, che domanda se considerare possibili le partizioni di cui il programma ipotizza l'esistenza; con -W /dev/xxx, la scrittura del risultato della ricerca direttamente nel blocco 0 (opzione da considerarsi solo nella più totale disperazione). <P>Ecco un esempio di scansione completa interattiva: "gpart -fi /dev/xxx"; qualora siate soddisfatti, digitate "gpart -W /dev/xxx /dev/xxx". <P>Se volete tutto insieme allora "gpart -fiW /dev/xxx /dev/xxx". <HR> <A HREF="RecuperoPartizioniHOWTO-5.html">Avanti</A> <A HREF="RecuperoPartizioniHOWTO-3.html">Indietro</A> <A HREF="RecuperoPartizioniHOWTO.html#toc4">Indice</A> </BODY> </HTML>