Sophie

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howto-text-it-9.0-1mdk.noarch.rpm

  Automount mini-Howto
  don@sabotage.org
  v0.3, 22 ottobre 1998

  Questo file descrive il programma autofs, una utility che esegue il
  mount automaticamente. Viene descritto come configurare questa utility
  e come risolvere i problemi più comuni.  Traduzione di Zaxa Zaxu <bez­
  zolone@yahoo.it>

  1.  Introduzione

  1.1.  Automount - come e perché

  L'automount è il processo che permette il mount e l'unmount di alcuni
  filesystem in maniera automatica. Questa operazione viene eseguita da
  un demone. Se il filesystem si trova in stato unmounted e l'utente
  cerca di accedervi, viene automaticamente eseguito il mount.  Questo
  tipo di funzionalità è utile in particolar modo in ambienti di rete
  molto estesi, oppure quando si ha la necessità di avere numerosi mount
  incrociati anche tra poche macchine (specialmente se alcune non sono
  sempre attive). Altri casi in cui è molto utile avere l'automount
  sono:

  ·  la presenza di unità rimuovibili

  ·  la necessità di avere il mount di filesystem dos in modalità
     conversione ascii attivata e disattivata contemporaneamente.

  1.2.  Tipi di automount

  Ci sono due diversi tipi di automounter in linux; AMD e autofs. AMD è
  il demone automount che funziona in maniera analoga al demone AMD del
  SunOS. È implementato nello spazio utente e non fa parte del kernel.
  Non è necessario per il kernel avere la funzionalità di automount
  integrata se viene eseguito il mount NFS utilizzando il demone AMD, in
  quanto il traffico diretto ai filesystem automontati vengono passati
  attraverso il sistema NFS.  Autofs è un sitema più recente ed
  innovativo ed è assistito dal kernel. Questo significa che il codice
  del kernel che gestisce i filesystem conosce quali sono i punti di
  mount dei filesystem automontati. Il programma che esegue l'automount
  si rivolge al kernel per conoscerli. In questo mini-howto verrà
  descritta solo l'utility autofs.


  2.  Installazione

  L'utility autofs si basa su funzionalità del kernel, perciò il kernel
  deve essere compilato abilitandone il supporto. Nelle versioni del
  kernel 2.0.xx questa opzione si presenta come sperimentale, anche se
  si è dimostrata sufficientemente stabile. Nelle versioni del kernel
  2.1.xx (e 2.2.xx) non è più sperimentale.


  Per il corretto funzionamento sono necessari anche il programma
  automount e i file di configurazione. Utilizzando la distribuzione
  RedHat (in cui il package RPM fa parte della installazione) non
  dovrebbero sorgere problemi. Il programma automount dovrebbe essere
  inizializzato da uno script rc che si trova in /etc/rc.d/init.d.  La
  corretta installazione del package RPM installa anche questo script,
  ma bisognerebbe assicurarsi che questo script venga eseguito al boot,
  creando un link in una delle directory rc?.d, utilizzando il pannello
  di controllo fornito con RedHat, oppure, se si utilizzano altre
  distribuzioni, utilizzando un qualunque altro metodo.  Non è comunque
  necessario comprendere a fondo quali operazioni esegue lo script di
  avvio. Se si sta leggendo questo howto, non dovrebbe comunque
  interessare.
  3.  Configurazione

  L'installazione del package RPM dovrebbe essere abbastanza agevole, ma
  ci sono alcuni particolari che è meglio controllare, soprattutto se
  non lo si è mai fatto prima.


  Ci sono due file in /etc, che si chiamano auto.master e auto.misc.  Il
  contenuto del mio auto.master è il seguente:

  /auto   /etc/auto.misc  --timeout 60



  Il primo parametro non è il mount point, ma il percorso base del set
  di mount point.  Il secondo parametro indica dove trovare i mount
  point.  Il terzo parametro indica che i filesystem di cui si è
  eseguito l'automount possono cominciare a tentare l'unmount 60 secondi
  dopo l'utilizzo. Non viene ovviamente effettuato l'unmount se i
  filesystem sono in uso.

  Auto.misc è il "map file" predefinito. Possono essere definiti diversi
  "map file" in auto.master.  Questo è il contenuto del mio auto.misc:

  kernel          -ro,soft,intr           ftp.kernel.org:/pub/linux
  cd              -fstype=iso9660,ro      :/dev/cdrom
  zip             -fstype=auto            :/dev/hdd4
  floppy          -fstype=vfat            :/dev/fd0



  La prima colonna ("chiave") indica il mount point. In base all'esempio
  che stiamo considerando diventa /auto/kernel, /auto/cd, /auto/zip ecc.
  La seconda colonna indica le opzioni di mount. Per l'elenco i opzioni
  leggere la pagina di manuale relativa a mount (man mount).  L'ultima
  colonna indica la provenienza del filesystem. La prima voce ("kernel")
  è un mount NFS. Il simbolo : sulle altre righe indica un device
  locale.


  4.  Aspettando l'unmount

  Qualche lettore avrà dato un'occhiata ai 60 secondi necessari per
  l'unmount automatico e avrà pensato: Forse è un po' troppo per
  attendere l'unmount di un dischetto... Forse è sufficiente eseguire un
  sync e tirar fuori il dischetto, così nessuno se ne accorge!  Vorrei
  suggerire una strategia più sicura.  Innanzitutto è possibile
  modificare il timeout. Ma questo potrebbe non bastare, o diventare
  poco efficiente in termini di prestazioni. Un'altra possibilità è
  quella di mandare il segnale SIGUSR1 al processo automount
  (utilizzando kill). Ma prima che si inizi a creare bottoni sul desktop
  per eseguire unmount, è bene chiarire una serie di problemi che
  potrebbero insorgere.

  Il processo automount lanciato dall'utente root e accetta segnali
  solamente da root. Una delle ragioni che potrebbero spingere l'utente
  ad utilizzare automunt è al contrario la possibilità di eseguire
  queste operazioni SENZA essere root. Sarebbe semplice creare un
  programma C che esegue il "lavoro brutale" come suid-root.  Comunque è
  possibile utilizzare sudo per permettere agli utenti di mandare
  l'opportuno segnale di kill. L'unico problema è che sudo non permette
  di utilizzare gli apici (') per processare le opzioni che permettono
  di individuare il PID corretto del processo a cui mandare il segnale.
  Si dovrebbe invece disporre del programma killall, che permette di
  esegure questo (ringrazio per i suggerimenti ricevuti):

  ALL     ALL=NOPASSWD:/usr/bin/killall -USR1 automount


  In alternativa si dovrebbe permettere agli utenti di mandare il seg­
  nale -SIGUSR1 a tutti i processi. Questo però potrebbe avere effetti
  collaterali su altri programmi: costringe il riciclo di alcuni window
  manager e forza la chiusura di xemacs.


  5.  Domande e risposte



  5.1.  Non riesco a vedere /auto/floppy, o altri mount point che sto
  cercando.

  Se automount è configurato correttamente, qualunque mount point che si
  sta ricercando sarà disponibile al momento dell'utilizzo, anche se non
  lo si vede nel momento in cui non viene utilizzato. Se si sta
  eseguendo il browse delle directory con un programma grafico potrebbe
  essere necessario digitare manualmente il percorso. Sicuramente il
  peggior difetto di autofs è appunto il fatto che non si possa scorrere
  e scegliere tra i vari mount point (che al momento risultano non
  utilizzati e quindi invisibili. Se questa particolarità risulta
  inaccettabile, modificare la configurazione del sistema (per inciso i
  file che terminano in .c come "configurazione").


  5.2.  Come faccio a vedere che cosa è in stato di mount?

  Usare il comando df. mount senza opzioni mostra anche le opzioni
  utilizzate per eseguire il mount.


  5.3.  Ho inserito ("vfat") che è stato riconosciuto automaticamente
  come in semplice disco FAT.

  Questo non è un problema di automount.  Se si specifica, al momento
  corrente, il paramentro "auto" come tipo di filesystem, non viene
  testato il mount del filesytem vfat, per cui viene eseguito il mount
  come msdos. In effetti VFAT è solamente una variante del filesystem
  FAT/MSDOS, che permette l'utilizzo dei nomi di file lunghi.

  Stando alle osservazioni di uno degli autori di mount (??) il
  programma mount è soltanto una interfaccia ad una chiamata di sistema,
  ed è comunque responsabilità dell'utente la specifica del tipo di
  filesystem. Attualmente viene tentato il mount seguendo un ordine ben
  preciso nell'elenco dei file system disponibili, piuttosto che un
  metodo più "euristico", attualmente in via di sviluppo. Nel frattempo
  è impossibile eseguire il mount di un filesystem vfat a meno che non
  se ne specifichi esplicitamente il tipo. Molto probabilemnte questo
  inconveniente verrà risolto a breve.


  5.4.  Il mio filesystem /cicciopippo  è in stato di mount e non riesco
  a fare l'unmount con kill -SIGUSR1 .

  È sicuramente in uso da parte di qualcuno o qualcosa. Probabilmente è
  impossibile eseguire anche l'unmount manuale. Controllare la presenza
  di qualche shell posizionata sulla directory, oppure qualche
  applicazione, directory browser o altro che ha lasciato per così dire
  la "porta aperta". Se non si riesce ad individuare chi o cosa sta
  effettuando il blocco, provare ad utilizzare il programma fuser.



  5.5.  Chi devo ringraziare per la disponibilità di autofs?

  Non ringraziatemi. Non ho niente a che fare con questa utility. Ho
  soltanto voluto evidenziare il grande lavoro che è stato fatto con
  autofs, e mostrare la sua facilità di utilizzo. Confrontato con il
  precorsore AMD (che viene tra l'altro venduto ad un prezzo maggiorato
  perché corredato di una serie di utility a dir poco preistoriche),
  autofs è molto ben documentato e i suoi sviluppatori hanno tutti i
  miei ringraziamenti. Il copyright indicato è Transmeta, per cui non ho
  a disposizione una lista di nomi.


  5.6.  Dove posso trovare maggiori informazioni sull'automount?

  E possibile trovare un tutorial su autofs qui
  <http://www.linuxhq.com/lg/issue24/nielsen.html>.  Provare inoltre le
  am-utils qui  <http://www.cs.columbia.edu/~ezk/am-utils>.

  (Ringrazio per questi URL)