Sophie

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  PartitionRescue MiniHOWTO
  andreac@interpuntonet.it

  20/07/2000 Versione 1.1

  Come recuperare una o più partizioni pur senza svenarsi con una
  società di recupero dati (oppure come farsi venire voglia di eseguire
  un backup).


  1.  Introduzione

  Questo documento spiega come tentare di recuperare una o più
  partizioni i cui limiti siano stati persi, essendo stato smarrito o
  danneggiato il primo blocco (accidentalmente o perché qualcuno ci
  abbia messo le mani ;-)).

  1.1 Feedback, commenti, correzioni

  Questo documento non ha la pretesa di contenere tutti i sistemi e le
  modalità per il recupero partizioni, ma cerca di descriverne uno la
  cui elaborazione è derivata dalla dura necessità, procedendo per
  tentativi.

  Per consigli, informazioni, miglioramenti e insulti ecc. puoi mandare
  una mail

  a Andrea Corallo andreac@interpuntonet.it

  1.2 La conditio sine qua non di questo miniHOWTO

  Seguendo i consigli di una rivista di informatica, CarloS decide di
  ricavare una terza partizione sul disco fisso del computer di cui
  condivide con il padre l'utilizzo, così da poter avere un proprio
  settore di lavoro, a parte, senza rischiare di rovinare dati altrui
  (in lui convivono lo spirito dell'esploratore e del kamikaze).
  Utilizza, come raccomandato dalla suddetta rivista, il programma
  Fips20, per creare lo spazio necessario per la nuova partizione: fin
  qui tutto a posto, Fips ha fatto un lavoretto pulito. Entra ora in
  scena M$-DOG Fdisk che, in men che non si dica, rende attiva la nuova
  partizione creata da Fips e chiede di riavviare: CarloS riavvia, ma il
  computer si inchioda sull'assurda pretesa che non ci siano partizioni;
  basta un rapido controllo e... Miracolo!  E' VERO!!!

  2.  Il punto della situazione

  2.1 Se avete perso una o più partizioni e siete disperati, abbiamo
  buone nuove per voi: fisicamente i dati ci sono ancora tutti! Si
  tratta solo di reimpostare il limiti delle partizioni medesime, per
  poterli ritrovare. Ahimé, abbiamo anche delle cattive nuove : se il
  blocco 0 è stato danneggiato da un malfunzionamento hardware c'è la
  possibilità che anche il resto sia compromesso. In ogni caso, sappiate
  che la strada per il recupero può non essere semplice (soprattutto su
  dischi saturi di partizioni e sistemi operativi vari).

  2.2 Qualora sappiate la dimensione del vostro hardisk e delle
  partizioni che vi risiedevano, il loro ordine e il loro tipo, questo
  limita sensibilmente il numero di tentativi.

  Nel caso possediate - o, meglio, possedeste - una sola partizione
  M$-DOG, la strategia più veloce è quella di usare il suo programma
  Fdisk per reimpostarla: si suppone che occupasse l'intero disco,
  perciò i suoi limiti dovrebbero essere il primo e l'ultimo cilindro
  del disco fisso. Analogamente, qualora l'unica partizione presente sul
  vostro hardisk fosse dedicata a Linux, dovreste operare nello stesso
  modo ora osservato, ma usando il programma Fdisk di Linux.
  Nel caso, invece, che le partizioni fossero più di una, rimangono
  altre due strategie. La prima è quella del metodo per tentativi: se
  conoscete il numero, l'ordine e l'approssimativa dimensione delle
  partizioni, potrete cercare di ricostruire il partition table corretto
  senza farne troppi. La seconda, è fornita da Gpart, un programma che
  automaticamente fa una scansione del disco e cerca di indovinarne i
  tipi di partizioni e relativi limiti.

  3.  Software

  3.1 Fdisk M$-DOG

  Per usare questo fantastico strumento (grazie al quale, cercando di
  creare una nuova partizione, ho perso tutte quelle presenti sul mio
  hardisk, n.d.C.)  dovrete semplicemente utilizzare un dischetto di
  riavvio provvisto di Fdisk, o crearlo da sistema funzionante - col
  comando "format a: /s", copiandovi successivamente Fdisk, che dovrebbe
  risiedere in c:\windows\command (abbiate l'accortezza di usare una
  macchina con windows 95 OSR2 o superiore, in grado, cioè, di
  supportare anche il sistema FAT 32).

  3.2 Fdisk Linux

  Per usare Fdisk di Linux, occorre una distribuzione Linux funzionante:
  quindi, è consigliabile estrarre dal computer il disco disastrato e
  collegarlo (aggiungendolo alla catena IDE o SCSI) al computer di un
  amico utente Linux, oppure usare una distribuzione portatile come
  Mulinux, che sta su dischetti e comprende già il programma Fdisk .

  3.3 Gpart

  Programma eccezziunale veramente, che ci ha salvato dal marasma; anche
  questo ha bisogno di una distribuzione funzionante (in questo caso,
  però, è caldamente consigliato usare un altro hardisk di supporto).
  Per la sua installazione decomprimete, con il comando "tar -zvxf
  gpart-***.tar.gz" (*** va sostituito con la versione), il file tar.gz
  scaricabile dall'indirizzo http://home.pages.de/~michab/gpart/; indi,
  recatevi nella directory così generata e lanciate pwd, inserite il
  percorso così ottenuto nel file inst.def (nel valore prefix) e
  digitate il comando"make && make install": voilà, il gioco è fatto,
  potete finalmente lavorare col famoso Gpart.

  Gpart, nel momento in cui scriviamo, supporta tutti i seguenti file
  system : bssd (FreeBSD), ext2 (Linux), fat (M$ dos win 3.1 9x
  FAT12/16/32), hpfs (OS/2), hmlvm (Linux LVM physical volumes), lswap
  (Linux swap (sia per 2.2 che per 2.0)), minix (minix), ntfs (M$
  Windoze NT), rfs (reiser f.s.), s86dl (Sun Solaris).

  4.  All'opera!

  4.1 Ricerca per tentativi

  4.1.1 Fdisk M$-Dog (Auguri!)

  Riavviate con il dischetto di avvio inserito e lanciate fdisk. Seguite
  le istruzioni per creare le "nuove" partizioni con i limiti di quelle
  perdute, fatele scrivere sul partition table e incrociate le dita. Se
  avrete avuto successo nella ricostruzione, al riavvio seguente c:\
  verrà riconosciuta correttamente e, con essa, le eventuali altre . Se
  non avete avuto successo, vogliate seguire la procedura illustrata al
  punto 4.2.

  Sconsigliamo, comunque, l'utilizzo di questo programma, se si procede
  al recupero per tentativi, perché rende massacrante un'operazione già
  difficile (provate l'ebbrezza del quindicesimo riavvio e
  l'impossibilità di indicare i limiti mediante i cilindri: vedrete!).
  ATTENZIONE: Mai formattare alcunché: con questa operazione tutti i
  dati andrebbero persi definitivamente.

  4.1.2 Fdisk Linux

  Anche con questo sistema dovreste avere un'idea della dimensione delle
  partizioni da recuperare. Supponiamo che conosciate la dimensione (10
  Mb), la posizione (a partire dal blocco 1), e il tipo (EXT2) di almeno
  una; ecco quel che dovreste fare.

  Dopo aver avviato Linux, lanciate fdisk, digitando "fdisk /dev/xxx"
  (xxx va sostituito con il device driver, per esempio "/dev/hda", che è
  il master primario); con il comando "p", visualizzate tutte le
  partizioni esistenti, qualora ve ne siano ancora, e, con il comando
  "d", cancellate tutte quelle scorrette. Ora digitate "n" (nuova
  partizione), "p" (partizione primaria) e indicatene il numero (nel
  nostro caso 1), il primo cilindro (in questo caso 1 ) e la dimensione
  in byte Kb e Mb (con +size +sizeK +sizeM), o il cilindro terminale, se
  lo conoscete. Con "p" controllate il risultato (la partizione appena
  creata è ext2: per modificarne il tipo usate il comando "t" e
  selezionate il numero di codice desiderato) e con "w" andate a
  scriverlo sul disco. Ora si può tentare l'operazione mount, che
  consigliamo di attuare in sola lettura, ponendo l'opzione "-r" prima
  del device da montare (cioè: "mount -rt ext2 /dev/xxx /mnt/";
  ovviamente, se la vostra partizione non è ext2, dovrete scriverne il
  tipo al posto della corrispondente voce dell'esempio); se non avete
  avuto successo, provate a spostare il secondo limite della partizione
  diminuendolo o incrementandolo di un blocco, senza scoraggiarvi (noi
  abbiamo fatto più di cento tentativi, senza riuscire, e mica ci siamo
  scoraggiati!). Se, dopo questa procedura, sarete riusciti a recuperare
  la prima partizione, quella che parte dal cilindro 1, potrete
  recuperare le altre; la seconda inizierà dal cilindro dopo l'ultimo di
  quella recuperata e, se avete idea della sua consistenza, potrete
  risalire al cilindro terminale con pochi semplici calcoli (dovrete [1]
  stabilire i Mbyte/cilindro, [2] dividere il numero approssimativo di
  Mbyte della partizione da ricercare per il risultato della [1],
  sommare il risultato ottenuto con la [2] al numero di cilindri
  occupato dalla partizione già ritrovata); altrimenti, non vi resta che
  il tentativo selvaggio, con pazienza e speranza (in bocca al lupo!).

  4.2 Gpart un "tool" magico

  Se siete abbastanza disperati, perché nessuno dei metodi finora
  illustrati è servito, ebbene, Gpart è ciò che fa per voi. Una volta
  installato, la sintassi da usare è questa: "gpart /dev/xxx";
  aggiungendo le seguenti opzioni, otterrete: con -f, una scansione
  completa ma più lenta; con -i, il modo interattivo, che domanda se
  considerare possibili le partizioni di cui il programma ipotizza
  l'esistenza; con -W /dev/xxx, la scrittura del risultato della ricerca
  direttamente nel blocco 0 (opzione da considerarsi solo nella più
  totale disperazione).

  Ecco un esempio di scansione completa interattiva: "gpart -fi
  /dev/xxx"; qualora siate soddisfatti, digitate "gpart -W /dev/xxx
  /dev/xxx".

  Se volete tutto insieme allora "gpart -fiW /dev/xxx /dev/xxx".

  5.  Problemi riscontrati

  5.1 Se il primo sistema fallisce provate con Gpart: a noi è capitato
  di fare un banale errore di ordine delle partizioni, riverberatosi poi
  su tutti i tentativi fatti; con questo programma siamo riusciti a
  recuperare le partizioni nella loro corretta successione e, con esse,
  i nostri dati. Se anche Gpart fallisce, be', rassegnatevi: avrete
  subito senza dubbio un grave danno, tuttavia avrete la certezza di
  avere fatto il possibile per ovviarvi. Non vi resterebbe davvero altra
  strada che la società di recupero dati, ma è una strada lunga,
  tortuosa e dolorosa per le vostre finanze (senza contare che, se detta
  società vi conferma la perdita irreparabile di ogni dato, la dovete
  pagare lo stesso - e questo non è bello!).

  5.2 Se non riuscite a installare Gpart controllate di avere indicato
  correttamente la directory come spiegato nel punto 3.3, altrimenti
  accertatevi di avere il GCC e il comando "make" installati (e in una
  versione non vergognosamente obsoleta).

  6.  Consigli

  Se, per caso, voleste fare le cose in grande, potreste fare una copia
  del device danneggiato in un file da salvare su un altro hardisk, per
  poi smanettarci come device loop. Verificate di avere lo spazio per
  contenerlo e provate. Per la copia da device a file dovrebbe essere
  sufficiente "cat /dev/xxx > file.img".  Dovrete trattare il file come
  un device, con un comando come "gpart file.img".

  N.B.: Questo sistema è rimasto in fase progettuale, perché non avevamo
  un hardisk abbastanza capiente per metterlo in pratica: se voi che
  leggete siate in grado di utilizzarlo, vogliate, per piacere,
  comunicarcene i risultati.

  7.  Ringraziamenti

  6.1 Ringraziamenti

  La versione originale di questo documento è stata scritta Andrea
  Corallo e CarloS

  andreac@interpuntonet.it <mailto:andreac@interpuntonet.it>

  L'ultima versione di questo documento è reperibile a questo

  indirizzo la nostra home page <http://web.interpuntonet.it/andreac/>

  Andrea ringrazia:

  La sua futura ragazza (ancora molto virtuale :-((

  Tutto il gentilissimo GLUG di Genova per i preziosissimi consigli.

  Il T.A.T.E. e tutto il suo prezioso team di supporto.

  E ovviamente un ringraziamento specialissimo per il leggendario CarloS
  (un grande nel settore) - si rimanda inoltre a un futuro HOWTO su come
  ringraziare CarloS.

  CarloS ringrazia:

  Andrea Corallo, che, sfidando l'ignoto con grande sprezzo del pericolo
  e delle difficoltà (i famosi cento e rotti tentativi), lo ha aiutato a
  recuperare i preziosi dati; ancora Andrea Corallo, per la sua preziosa
  amicizia e per la pazienza, nel guidare in Linux un allievo tutt'altro
  che brillante; Corrado Bandini, amico fraterno, e la famiglia Pizzorno
  al gran completo, con affetto;


  ringrazia inoltre:

  il Dott. Alberto Bollo; i Dott. Gianluigi Cravino e Franco Torre, i
  Sigg.  Giovanni Stalla e Luigi Turtoro e famiglie (tutti suoi cugini);
  i Sigg. Paolo Ghersevi, Ferdinando "Fred" Mogliotti, Massimo Puglisi,
  Evelina Vespanti e famiglie, per il fatto che sono ottimi amici.
  8.  Ludibrio

  Andrea fervidamente ricorda qui:

  la Prof.ssa Dott.ssa letterata nonché magistra elegantiarum Mrs.
  Onorato (per tutti i bei momenti).

  CarloS menziona con commossa partecipazione:

  Balle d'oro e la sua cara mamma (per tutti i bei momenti); i giovani-
  bene delle medie e del liceo, i boi-scaut e i giovani laions (idem).