Sophie

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<!doctype linuxdoc system>

<article opts="italian">

<!-- Title information -->

<title>IP Sub-Networking Mini-Howto

<author>Robert Hart, <tt/hartr@interweft.com.au/
<date>v1.0, 31 March 1997

<abstract>
Questo documento descrive il perch&eacute; e il come realizzare una sottorete in una
rete IP, sia essa di Classe A, B o C, in modo tale che funzioni correttamente
in presenza di un numero elevato di reti interconnesse.
Traduzione a cura di <htmlurl url="mailto:stedis@radiolink.net" name="Stefano di Sandro &lt;stedis@radiolink.net>">, ultima revisione 24 Gennaio 2000.
</abstract>

<!-- Copyright 1997, Robert Hart -->

<sect>Copyright
<p>
This document is distributed under the terms of the GNU Public License
(GPL). 
<p>
This document is directly supported by InterWeft IT Consultants
(Melbourne, Australia).
<p>
Questo documento &egrave; distribuito secondo i termini della GNU Public License (GPL).
<p>
Questo documento &egrave; direttamente supportato da InterWeft IT Consultants
(Melbourne, Australia).
<p>
La versione aggiornata di questo documento &egrave; disponibile presso il sito WWW di 
InterWeft all'indirizzo <url url="http://www.interweft.com.au/" name="InterWeft IT
Consultants"> e presso il <url url="http://sunsite.unc.edu/LDP" name="The
Linux Documentation Project">.

<sect>Introduzione
<p>
Con la progressiva evoluzione del numero degli indirizzi IP verso
una specie protetta, &egrave; importante fare un uso efficiente di questa 
risorsa sempre pi&ugrave; scarsa.
<p>
Questo documento spiega come suddividere un singolo indirizzo di rete
IP in modo tale da poter essere usato per molte reti diverse.
<p>
Questo documento tratta specificatamente degli indirizzi di rete di 
classe C, ma allo stesso modo i principi esposti possono essere applicati
alle reti di classe A e B.

<sect1>Altre risorse informative 
<p>
Vi &egrave; un buon numero di risorse informative di una certa rilevanza, 
sia specifica che di base, a proposito degli indirizzi IP.
Quelle che l'autore raccomanda sono:
<itemize>
<item><url url="http://sunsite.unc.edu/LDP/LDP/nag/nag.html" name="The
Linux Network Administrators Guide">.

<item><url url="http://linuxwww.db.erau.edu/SAG/" name="The Linux System
Administration Guide">.

<item><url url="http://www.ora.com/catalog/tcp/noframes.html"
name="TCP/IP Network Administration di Craig Hunt, pubblicata da O'Reilly
and Associates">.
</itemize>

<sect>Anatomia di un indirizzo IP
<p>
Prima di immergerci nelle delizie del "sub-networking", abbiamo bisogno
di stabilire alcuni concetti base sugli indirizzi IP.

<sect1>Gli indirizzi IP appartengono alle Interfacce - <bf/NON/ agli host!
<p>
Per prima cosa, eliminiamo la causa di un errore fondamentale - gli
indirizzi IP <bf/non/ sono assegnati agli host, ma bens&igrave; alle interfacce
di rete presenti su un host. 
<p>
Come? - E cosa sono?
<p>
Mentre molti (se non tutti) i computer di una rete IP avranno installata
una singola interfaccia di rete (e avranno di conseguenza un singolo 
indirizzo IP), questo non accade sempre. Computer e altri dispositivi
possono avere diverse (addirittura molte) interfacce di rete ciascuna delle
quali con il proprio indirizzo IP. 
<p>
Quindi un dispositivo con 6 interfacce attive (come un router) avr&agrave; 6 indirizzi
IP - uno per ogni interfaccia connessa a una diversa rete.
La ragione di ci&ograve; sar&agrave; chiara non appena daremo un'occhiata a una rete IP.
<p>
A dispetto di questo per&ograve;, la gran parte della gente parla di <em/indirizzo di 
questo host/ quando vuole riferirsi a un indirizzo IP. 
Ricordate soltanto che si tratta di un modo veloce per indicare 
<em/l'indirizzo IP di questa interfaccia su questo host/.
Molti (ma non la maggior parte) dei dispositivi in Internet hanno un'unica
interfaccia e quindi un solo indirizzo IP.

<sect1>Indirizzi IP come &dquot;Quartetti Puntati&dquot;
<p>
Nella loro implementazione corrente (IPv4), gli indirizzi IP consistono
di 4 byte - e forniscono un totale di 32 bit di informazione disponibile.
Sono numeri piuttosto grandi (anche se espressi in notazione decimale).
Cos&igrave; per aumentare la leggibilit&agrave; (ma anche per ragioni di organizzazione)
gli indirizzi IP vengono normalmente scritti con la notazione puntata.
L'indirizzo
<tscreen><verb>
192.168.1.24
</verb></tscreen>
ne &egrave; un esempio - 4 numeri (decimali) separati con un punto (.) l'uno dall'altro.
<p>
Dal momento che ciascuno dei quattro numeri &egrave; la rappresentazione decimale
di un byte, ciascuno dei quattro numeri pu&ograve; rappresentare i valori compresi
tra 0 e 255 (per un totale di 256 valori diversi - si ricordi cha anche lo
zero &egrave; un valore).
<p>
Una parte dell'indirizzo indentifica la rete a cui un host appartiene, 
i restanti bit identificano l'host stesso (ehm - l'interfaccia di rete).
L'esatta suddivisione tra bit usati per indirizzare la rete e quelli
disponibili per identificare gli host (interfacce) in quella rete sono
determinati dalla 'classe' della rete. 

<sect1>Le Classi delle reti IP 
<p>
Esistono tre classi di indirizzi IP
<itemize>

<item>La classe A degli indirizzi IP utilizza gli 8 bit pi&ugrave; a sinistra
(il numero pi&ugrave; a sinistra nella notazione puntata) per identificare la 
rete, lasciando gli altri 24 bit (o i restanti 3 decimali) per identificare
gli host all'interno di essa.<newline>
Negli indirizzi di classe A il bit pi&ugrave; a sinistra del byte pi&ugrave; a sinistra 
vale <bf/sempre/ zero - limitando l'intervallo dei valori del primo decimale
della notazione puntata tra 0 e 127. Possono perci&ograve; esistere al pi&ugrave; 128
reti di classe A, ciascuna delle quali in grado di ospitare 33544430 
possibili interfacce.

<newline><newline>

Gli indirizzi 0.0.0.0 (noto come "default route") e 127.0.0.1
(rete di "loop back") hanno un significato speciale e non sono utilizzabili
per identificare una rete. In tal modo sono <em/disponibili/ soltanto 126 indirizzi di classe A.

<item>La classe B degli indirizzi IP utilizza i 16 bit pi&ugrave; a sinistra (i due 
byte pi&ugrave; a sinistra) per identificare la rete, lasciando i restanti 16 
bit (gli altri due byte) per identificare le interfacce.
Negli indirizzi di classe B la coppia di bit pi&ugrave; a sinistra vale 1 0. Questo
lascia 14 bit per specificare l'indirizzo di rete con 32767 valori possibili.
Le reti di classe B hanno quindi il primo decimale il cui valore varia tra 
128 e 191 e le possibili interfacce sono 32766.

<item>La classe C degli indirizzi IP utilizza i 24 bit pi&ugrave; a sinistra
(i tre byte pi&ugrave; a sinistra) per identificare la rete, lasciando i restanti 8
bit (il byte pi&ugrave; a destra) a indirizzare le interfacce. I primi tre bit 
degli indirizzi di classe C sono sempre 110 permettendo di rappresentare
i valori da 192 a 255. Sono disponibili quindi 4194303 indirizzi di rete,
ciascuna delle quali in grado di accogliere 254 interfacce (gli indirizzi 
di classe C con il primo byte maggiore di 223 sono comunque riservati e non
utilizzabili).
</itemize>

Riassumendo:
<tscreen><verb>
Classe della rete	  Intervallo di valori disponibili 
			  sul primo byte (decimale)
	A		      da 1 a 126
	B		      da 128 a 191
	C		      da 192 a 254
</verb></tscreen>
Sono altres&igrave; previsti indirizzi speciali riservati alle reti "non connesse"
- reti cio&egrave; che usano IP, ma non sono collegate alla Internet.
Questi indirizzi sono:
<itemize>
<item>Una Rete di Classe A<newline>
10.0.0.0
<item>16 Reti di Classe B<newline>
172.16.0.0 - 172.31.0.0
<item>256 Reti di Classe C
192.168.0.0 - 192.168.255.0 
</itemize>

S&igrave; noter&agrave; come questo documento utilizzi queste sequenze di valori
per evitare di generare 'confusione' con le reti reali e i loro host. 

<sect1>Indirizzi di rete, di interfaccia e di broadcast
<p>
Gli indirizzi IP possono avere tre differenti significati:
<itemize>

<item>rappresentare un rete IP (un gruppo di dispositivi IP che 
condividono l'accesso a un comune mezzo trasmissivo - come pu&ograve;
accadere se sono tutti collegati dallo stesso segmento Ethernet).
Un indirizzo di rete avr&agrave; sempre tutti i bit relativi allo spazio
di indirizzamento delle sue interfacce impostati a 0 (a meno che la 
rete non sia in realt&agrave; una sottorete - come vedremo);

<item>l'indirizzo di broadcast di una rete IP (l'indirizzo usato
per 'parlare' simultaneamente a tutti i dispositivi appartenenti alla rete).
Gli indirizzi di broadcast presentano sempre tutti 1 nei bit dello spazio
di indirizzamento destinato alle interfacce (a meno che la rete non 
sia in realt&agrave; una sottorete - come vedremo);
 
<item>l'indirizzo di una interfaccia (quale una scheda Ethernet o una 
interfaccia PPP su un host, su un router, su un server per la stampa ecc).
Questi indirizzi possono avere qualunque valore nei bit per gli host, con
<bf/l'eccezione/ di tutti 0 o tutti 1 - perch&eacute; con tutti i bit per host a 0
l'indirizzo diventa un indirizzo di rete, mentre con tutti 1 diventa un 
indirizzo di broadcast.
</itemize>

<p>
Riassumendo per essere pi&ugrave; chiari:
<tscreen><verb>
Per una rete di Classe A...
(un byte nello spazio di indirizzamento di rete seguito da tre byte
per lo spazio destinato agli host)

	10.0.0.0 &egrave; un indirizzo di rete di classe A perch&eacute;
		tutti i bit dello spazio destinato agli host sono 0
	10.0.1.0 &egrave; un host di quella rete
	10.255.255.255.255 &egrave; l'indirizzo di broadcast di quella rete  
		perch&eacute; tutti i bit dello spazio destinato agli host
		sono 1

Per una rete di Classe B...
(due byte nello spazio di indirizzamento di rete seguito da due byte
per lo spazio destinato agli host)

	172.17.0.0 indirizzo di classe B
	172.17.0.1 un host in questa rete
	172.17.255.255 indirizzo di broadcast
	
Per una rete di Classe C...
(tre byte nello spazio di indirizzamento di rete seguito da un byte
per lo spazio destinato agli host)

	192.168.3.0 indirizzo di classe C
	192.168.3.42 un host in questa rete
	192.168.3.255 indirizzo di broacast
</verb></tscreen>
Tutti gli indiriizi di rete IP ancora disponibili per essere utilizzati
oggi sono soltanto indirizzi di classe C.

<sect1>La maschera di rete
<p>
Una maschera di rete (netmask) &egrave; pi&ugrave; propriamente chiamata maschera di sottorete.
Comunque ci si pu&ograve; generalmente riferire a essa come a una maschera di rete.
<p>
&Egrave; sulla maschera di rete e sulle implicazioni che produrr&agrave; nella
interpretazione degli indirizzi <em/locali/ di una rete, che ci
concentreremo adesso, dal momento che essa determiner&agrave; la realizzazione
stessa della sottorete.
<p>
La maschera di (sotto)rete standard &egrave; costituita da tutti '1' nei bit 
relativi alla rete e da tutti '0' nei bit relativi agli host.
Questo significa che le maschere standard per le tre classi di rete sono:
<itemize>
<item>Maschera di rete di Classe A: 255.0.0.0
<item>Maschera di rete di Classe B: 255.255.0.0
<item>Maschera di rete di Classe C: 255.255.255.0
</itemize>
<p>
Vi sono due aspetti importanti da ricordare a questo proposito:
<itemize>
<item>Le maschere di rete hanno effetto sull'interpretazione <bf/locale/
degli indirizzi IP <bf/locali/ (dove con 'locale' si vuole indicare 
relativo a un particolare segmento della rete);
<item>La maschera <bf/non/ &egrave; un indirizzo di rete - viene usata soltanto per 
modificare le modalit&agrave; con cui un indirizzo viene interpretato localmente.
</itemize>

<sect>Cosa sono le sottoreti?
<p>
Una sottorete rappresenta un modo per prendere un singolo indirizzo di 
rete IP e suddividerlo <bf/localmente/ in maniera tale che questo stesso
indirizzo possa essere utilizzato su diverse reti locali interconnesse.  
Si ricordi che un singolo indirizzo di rete IP pu&ograve; essere usato soltanto
per una rete.
<p>
La parola chiave &egrave; <bf/locale/: per tutto quanto riguarda il mondo che sta
all'esterno rispetto alla macchine e alle reti fisiche coinvolte nell'operazione
di realizzazione delle sottoreti a partire da un'unica rete IP, nulla &egrave;
cambiato - il tutto viene visto ancora come un'unica rete IP.
Questo concetto &egrave; importante - il "sub-networking" &egrave; una configurazione
<bf/locale/ ed &egrave; invisibile al resto del mondo.

<sect>Perch&eacute; usare le sottoreti?
<p>
La ragione che sta dietro a questa soluzione risale alla prime caratteristiche
di IP - quando una manciata di siti utilizzavano indirizzi di classe A
permettendo a milioni di host di connettersi ad essi.
<p>
&Egrave; evidente che si presenterebbero enormi problemi di traffico e di 
amministrazione se tutti i computer di un grande sito dovessero 
essere connessi alla stessa rete: provare a gestire un tale mostro
sarebbe un incubo e la rete potrebbe (quasi certamente) collassare
sotto il carico del suo stesso traffico (saturazione).
<p>
Adottando il "sub-networking": la rete di Classe A pu&ograve; essere suddivisa
in diverse (anche molte) reti separate, l'amministrazione delle quali
pu&ograve; facilmente a sua volta essere ripartita.
<p>
Questo consente di realizzare piccole reti, facilmente gestibili - 
in grado anche, in una certa misura, di utilizzare tecnologie differenti.
Si ricordi che non si possono mescolare Ethernet, Token Ring, FDDI, ATM ecc
sulla stessa rete fisica - ma possono sempre essere interconnesse.
<p>
Altre ragioni per usare le sottoreti sono:
<itemize>
<item>La conformazione fisica di un sito pu&ograve; aggiungere delle restrizioni
(lunghezza dei cavi) in termini di possibilit&agrave; di collegamento
delle infrastrutture, richiedendo reti multiple.
Realizzando delle sottoreti l'eventuale suddivisione pu&ograve; essere fatta
avendo a disposizione un solo indirizzo di rete IP.

<newline><newline>
Questa soluzione viene normalmente adottata da quegli ISP che desiderano
fornire ai cliente un indirizzo IP statico per garantire una connessione
permanente.

<item>Il traffico di rete &egrave; sufficientemente alto da causare significativi
rallentamenti. Suddividendo la rete in sottoreti, il traffico locale a un
segmento pu&ograve; essere mantenuto locale - riducendo il traffico generale e
aumentando la velocit&agrave; senza necessariamente aumentare la banda effettiva.

<item>Ragioni di sicurezza possono imporre che a classi diverse di utenti 
non sia consentito condividere la stessa rete - dal momento che il traffico
su una rete pu&ograve; sempre essere intercettato da un utente riconoscibile sulla
rete stessa. Il meccanismo delle sottoreti consente di impedire al 
dipartimento commerciale di ficcare il naso nel traffico del dipartimento
Ricerca e Sviluppo (oppure consente di impedire agli studenti di fare lo 
stesso con la rete d'amministrazione dell'ateneo)!

<item>Possedete dispositivi che usano tecnologie di rete incompatibili tra 
loro, ma avete necessit&agrave; di conneterle insieme (come gi&agrave; detto). 
</itemize>

<sect>Come predisporre una sottorete a partire da un indirizzo IP
<p>
Avete deciso di suddividere il vostro indirizzo di rete IP per usarlo 
in tante sottoreti, come potete fare? Di seguito sono elencati i passi
salienti da compiere, che verrano spiegati in dettaglio pi&ugrave; avanti:
<itemize>
<item>Impostate fisicamente la rete (la cablatura e le interconnessioni
 - come i router);
<item>Decidete quanto grande deve essere ciascuna sottorete in termini
di dispositivi che dovranno essere connessi a essa - per esempio sulla
base di quanti indirizzi IP potranno essere disponibili per ogni segmento;
<item>Calcolate la maschera di rete appropriata e gli indirizzi di rete;
<item>Fornite a ciascuna interfaccia il proprio indirizzo e la maschera di
sottorete che le compete;
<item>Impostate le tabelle di instradamento (routing) sui router e i gateway opportuni,
informate i vari dispositivi di rete dell'instradamento o
dell'instradamento predefinito dove necessario;
<item>Verificate il sistema, risolvete i piccoli inconvenienti e rilassatevi!
</itemize>
<p>
Per i propositi di questo esempio si assumer&agrave; di disporre di una rete classe C, 
il cui unico indirizzo &egrave;: 192.168.1.0
<p>
Questa classe ci rende disponibili fino a un massimo di 254 interfacce (host),
pi&ugrave; l'indirizzo di rete (192.168.1.0) e l'indirizzo di broadcast (192.168.1.255).

<sect1>Impostare le connessioni fisiche
<p>
Avrete bisogno di installare le corrette infrastrutture di cablaggio 
per interconnettere tutti i dispositivi previsti in modo compatibile
con la struttura fisica del sito.
<p>
Avrete bisogno di approntare dei meccanismi per connettere insieme i vari 
segmenti (router, convertitori per mezzi diversi ecc.)
<p>
Una discussione dettagliata di questi aspetti &egrave; ovviamente impossibile 
in questa sede. Se doveste averne bisogno esistono consulenti che offrono
proprio questo tipo di servizio di progettazione e installazione di reti.
&Egrave; anche disponibile dell'aiuto gratuito in un certo numero di newsgroup
(si veda comp.os.linux.networking).

<sect1>Determinare la grandezza della sottorete
<p>Il numero di possibili sottoreti che si possono creare si scontra con un 
certo numero di indirizzi IP 'sprecati' come conseguenza di questa operazione.
<p>
Ogni rete IP possiede due indirizzi non assegnabili direttamente agli
host - l'indirizzo di rete in s&egrave; e l'indirizzo di broadcast.
Quando si creano delle sotoreti, ciascuna di esse ha bisogno che le
venga riservata una coppia di questi indirizzi - essi devono
essere numeri validi all'interno dell'intervallo di indirizzi relativo 
a ciascuna sottorete.
<p>
Quindi, suddividendo un rete in due sottoreti separate troveremo <bf/due/
indirizzi di rete e <bf/due/ indirizzi di broadcast - con la conseguenza di
aumentare il numero degli indirizzi 'inutilizzabili' per le interfacce (host);
creando 4 sottoreti gli indirizzi che si "perdono" diventano <bf/otto/, e 
cos&igrave; via.
<p>
Il limite minimo nelle dimensioni di una sottorete consta di 4 indirizzi
IP:
<itemize>
<item>Due indirizzi utilizzabili per le interfacce - uno per il router 
della rete e uno per l'unico host.
<item>Un indirizzo di rete.
<item>Un indirizzo di broadcast.
</itemize>
<p>
Perch&eacute; poi si voglia realizzare una rete tanto piccola &egrave; un'altra
questione! Con un singolo host tutto il traffico deve dirigersi
verso un'altra rete. In ogni caso l'esempio &egrave; utile per comprendere
gli effetti della diminuzione degli indirizzi utili, nella creazione
di sottoreti.
<p>
Inizialmente l'indirizzo IP a disposizione pu&ograve; essere suddiviso in 2^n
(n rappresenta il numero di bit a disposizione degli host nell'indirizzo,
diminuito di uno) indirizzi di sottorete di uguali dimensioni (una 
sottorete potr&agrave; essere poi ulteriormente suddivisa).
<p>
Si deve cercare di essere pragmatici durante la progettazione - &egrave;
opportuno stimare il numero <bf/minimo/ di singole sottoreti che
sia consistente con i vincoli fisici, di gestione, tecnologici e di
sicurezza.

<sect1>Calcolare la maschera di sottorete e l'indirizzo di rete
<p>
La maschera di sottorete &egrave; l'oggetto magico che consente la
suddivisione <bf/locale/ di una rete in sottoreti multiple.
<p>
La maschera di rete, se non vi sono suddivisioni &egrave; semplicemente 
realizzata ponendo a '1' tutti i bit dello spazio di indirizzamento 
di rete e a '0' tutti i bit destinati agli host.
<p>
Quindi, per le tre classi, avremo le seguenti maschere standard:
<itemize>
<item>Classe A (8 bit di rete) : 255.0.0.0
<item>Classe B (16 bit di rete): 255.255.0.0
<item>Classe C (24 bit di rete): 255.255.255.0
</itemize>
<p>
Il modo con cui si realizza una sottorete &egrave; chiedere in <bf/prestito/
uno o pi&ugrave; bit allo spazio degli host e fare in modo che le interfacce
interpretino <bf/localmente/ questi bit presi in prestito come parte
dei bit relativi allo spazio di rete.
Allora, per ottenere due sottoreti chiederemo un bit allo spazio degli host
mettendo a '1' il bit appropriato nella maschera di rete.
<p>
Per un indirizzo di classe C, questa sar&agrave; la maschera di rete:
<itemize>
<item>11111111.11111111.11111111.10000000
<item>o 255.255.255.128.
</itemize>
<p>
Per la rete di classe C del nostro esempio (192.168.1.0), quelle di seguito 
sono alcune delle soluzioni possibili:
<code>
No di
sottoreti    Host        Rete	                    Maschera
----------|--------|---------------|-------------------------------------
2	     126	255.255.255.128	(11111111.11111111.11111111.10000000)
4	      62 	255.255.255.192	(11111111.11111111.11111111.11000000)
8	      30	255.255.255.224	(11111111.11111111.11111111.11100000)
16	      14	255.255.255.240 (11111111.11111111.11111111.11110000)
32	       6	255.255.255.248 (11111111.11111111.11111111.11111000)
64	       2	255.255.255.252 (11111111.11111111.11111111.11111100)
</code>
<p>
Non vi &egrave; nessuna ragione di principio che obblighi a procedere secondo 
questa tecnica in cui i bit della maschera di rete sono aggiunti a 
partire dal bit pi&ugrave; significativo degli host procedendo verso il 
meno significativo.
Per&ograve; se non si fa cos&igrave; gli indirizzi che risulteranno saranno <bf/molto/
strani, rendendo a noi umani la vita difficile nel determinare a quale
sottorete appartenga un particolare indirizzo, visto che non siamo abili
a pensare in numeri binari (i computer invece trattano e tratteranno
qualunque schema verr&agrave; loro sottoposto con definita equanimit&agrave;).
<p>
Una volta decisa la maschera di rete, si deve lavorare sugli indirizzi
di rete e di broadcast - e sugli intervalli di indirizzi resisi disponibili
a questo punto, per ciascuna sottorete. Ancora, considerando solo una rete 
di Classe C, elenchiamo soltanto la parte <em/finale/ dell'indirizzo:
<code>
Netmask		Subnets	Network	B'cast	MinIP	MaxIP	Hosts  Total Hosts
--------------------------------------------------------------------------
    128		   2	   0     127	   1	 126	126	
		         128	 255	 129     254	126		252

    192		   4	   0	  63	   1	  62	 62
			      64	 127	  65	 126	 62
			 	 128	 191	 129	 190	 62
			 	 192	 255	 193	 254	 62		248

    224		   8	   0	  31	   1	  30	 30
			      32	  63	  33	  62	 30
			  	  64	  95	  65	  94	 30
			  	  96	 127	  97	 126	 30
			 	 128	 159	 129	 158	 30
			 	 160	 191	 161	 190	 30
			 	 192	 223 	 193	 222	 30
			 	 224	 255	 225	 254	 30		240
</code>
<p>
Come si pu&ograve; vedere, c'&egrave; una sequenza perfettamente definita in 
questi numeri che li rende piuttosto facili da verificare.
La parte 'spiacevole' della realizzazione delle sottoreti &egrave; visibile
nei termini di una riduzione del numero degli indirizzi disponibili
per gli host, a mano a mano che si aumenta il numero delle sottoreti.
<p>
Con le informazioni fino a qui accumulate si pu&ograve; procedere ad 
assegnare host, indirizzi di rete e maschere di rete.

<sect>Instradamento
<p>
Se utilizate Linux su un PC con due interfacce di rete come router tra 
due (o pi&ugrave;) sottoreti, dovrete verificare che il kernel supporti l'IP 
Forwarding.
Lanciate un comando di questo tipo: 
<code>
	cat /proc/ksyms | grep ip_forward
</code>
<p>
Dovreste ottenere qualcosa del genere...
<code>
00141364 ip_forward_Rf71ac834
</code>
<p>
Se non accade significa che il supporto per l'IP forwarding non &egrave; 
disponibile e dovrete ricompilare e reinstallare il kernel riconfigurato.
<p>
Per il nostro esempio, facciamo l'ipotesi che si voglia
suddividere l'indirizzo di classe C 192.168.1.0 in 4 sottoreti (ognuna
dele quali disponga di 62 indirizzi liberi per le interfacce).
Poi due di queste sottoreti si vuole che siano riaccorpate a costituire
un'unica rete pi&ugrave; grande, ottenendo cos&igrave; fisicamente tre reti.<p>
Si avr&agrave;:
<code>
Rete		Broadcast		Maschera			Hosts
192.168.1.0	192.168.1.63	255.255.255.192		62
192.168.1.64	192.168.1.127	255.255.255.192		62
182.168.1.128	192.168.1.255	255.255.255.126		124 (see note)
</code>
<p>
Nota: la ragione per la quale l'ultima rete ha soltanto 124 indirizzi utili
(invece di 126 come ci si sarebbe aspettati) sta nel fatto che essa 
&egrave; una 'super rete' composta di due sottoreti. Gli host delle altre due
reti interpreteranno 192.168.1.192 come indirizzo di <em/rete/ della 
sottorete 'non esistente'. E 192.168.1.191 come indirizzo di broadcast 
della sottorete 'non esistente'.
<p>
Quindi, se si utilizzasse 192.168.1.191 o 192 come indirizzi di host
sulla terza rete, le macchine delle sottoreti pi&ugrave; piccole non sarebbero
in grado di comunicare tra loro.
<p>
Ci&ograve; mette in evidenza un aspetto importante della questione - gli 
indirizzi utilizzabili sono determinati dalla sottorete 
<bf/PI&Ugrave; PICCOLA/ in un determinato spazio di indirizzamento.

<sect1>Le tabelle di instradamento
<p>
Si assuma che un computer con un sistema Linux agisca come router per
questa sottorete. Esso avr&agrave; tre interfacce di rete per le LAN e, con 
ogni probabilit&agrave; una quarta interfaccia verso Internet (che
rappresenter&agrave; il suo instradamento predefinito - dafault route).
<p>
Facciamo l'ipotesi che la macchina Linux utilizzi il pi&ugrave; basso degli
indirizzi IP disponibili in ciascuna sottorete per ognuna delle 
proprie interfacce.
La configurazione di rete sar&agrave; del tipo seguente: 
<code>
Interfaccia	Indirizzo		Maschera
eth0		192.168.1.1		255.255.255.192
eth1		192.168.1.65	255.255.255.192
eth2		192.168.1.129	255.255.255.128
</code>
<p>
L'instradamento (routing) che Linux predisporr&agrave; potr&agrave; essere:
<code>
Destinazione    Gateway         Maschera        Iface
192.168.1.0	0.0.0.0		255.255.255.192		eth0
192.168.1.64	0.0.0.0		255.255.255.192		eth1
192.168.1.128	0.0.0.0		255.255.255.128		eth2
</code>
<p>
Su ciascuna sottorete, gli host dovrebbero essere configurati con il 
proprio indirizzo IP e la maschera relativa alla rete cui appartengono.
In ciascun host verr&agrave; dichiarato come suo gateway/router il PC Linux con 
l'indirizzo che esso ha nella sottorete in cui si trova l'host stesso. 
<p>
Robert Hart
Melbourne, Australia March 1997.
</article>